Alice
Nascevo a Roma 31 anni fa, ma ho vissuto praticamente tutta la mia vita, in una cittadina in provincia, sul mare, quel mare che adoro soprattutto quando nelle mie passeggiate ad accompagnarmi era il mio cane.
Nonostante ami molto viaggiare, soprattutto in macchina e soprattutto se a guidare sono io, amo profondamente il concetto di casa, di luogo di ritrovo, caldo e accogliente e, dopo aver lasciato il mio paese, ho toccato con mano come questa “casa” possa essere in più luoghi, anche se geograficamente distanti.
Spontaneamente, da quando ero bambina, mi sono diretta alle materie umanistiche, finendo per laurearmi in psicologia. Trovo nella scrittura una terapia naturale, confidente sempre presente e custode di grandi segreti, difficile connubio.
Mi piace trascorrere il mio tempo libero tra piccoli-grandi viaggi, lunghe passeggiate (una volta in città, una volta tra la natura), cinema e buon(issimo) cibo che fortunatamente qui abbonda!
Questi primi mesi di vita a Barcellona, in particolar modo mi stanno insegnando un nuovo concetto di curiosità, di voglia di scoprire e di rivalutare quelle che un tempo erano cose off-limits per me. Ed è proprio questo il momento più intenso, quello che spero sia destinato a continuare ancora, e ancora.
Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia?
L’amore mi ha spinto a cercare la mia casa, con la paura del come andrà, agendo senza scommesse, né certezze, quando solo l’intuizione ti indica la direzione mentre tu continui a flottare con occhi ben aperti su di te e sul resto del mondo..
”L’amor che muove il sole e l’altre stelle”. Avevo il motivo dei grandi poeti e dei grandi scrittori, dei cantanti e di tutte le arti, però questo non significa che sia stato semplice.
Il 16 ottobre del 2015, quando si è aperto il mio sliding doors, dall’aereo ho salutato quel magnifico-impossibile-incredibile Paese, fatto di magnifiche-impossibili-incredibili persone e ricordo di aver detto (a voce alta chissà…) “Ti sto lasciando…”, come un lungo e doloroso addio, dopo una vita vissuta con i piedi su quella terra.
E non la lasci mai, non te ne liberi mai, neanche quando inizi a parlare con il tuo confondibile accento, quando neanche fai a tempo a dire “Hola!” che già ti chiedono “De que parte de Italia vienes?”
Hai scelto Barcellona. Perché hai scelto proprio “lei”?
Dimmi un pregio ed un difetto di questa città.
“ Qui lasciamo un pezzo di cuore”, era quello che dicevamo io e una mia amica dopo un lungo weekend a Barcellona. Era la primavera del 2006.
Estate 2007, questa volta è Barcellona che viene a bussare alla mia porta nello scenario di un allegro matrimonio, in una forma più umana, nonostante tutto sconosciuta e più che mai affascinante e misteriosa. Tutto arrivò all’improvviso, come un acquazzone rigenerante di agosto, quando perfino il cemento emana nuvole di calore.
Però è più un effetto placebo, un’illusione, una fresca brezza…poi torna a mancarti l’aria.
È una storia d’amore iniziata tanti anni fa e che non crederesti mai di rincontrare 7 anni dopo durante, scherzo del destino, un altro matrimonio. “Love is in the air” sembra cantare il vento, burlandosi di tutto il resto.
Un pregio? L’idea di “Smart City” che ho sempre voluto..il fatto che Barcellona sia perfetta per essere percorsa a piedi, magari distruggendosi fisicamente, ma senza annoiarsi mai.
Un difetto? Ancora sono troppo presa dalle scoperte quotidiane per concentrarmi sui difetti. Però posso dire che una delle cose che per me più caratterizza questa città e che le dona carattere è la sua gente. Parlo della gente di Barcellona, la stessa gente che oggi a 60 anni vive in una delle più importanti e apprezzate capitali europee e che a 20 di anni si muoveva ancora sotto una delle più longeve dittature europee.
Quando si vive qui, si deve capire e accettare la loro diffidenza, il loro attaccamento alla propia lingua e cultura, sempre perseguita e rinnegata dai più.
Consiglio di entrare in punta di piedi nelle loro case, non aspettatevi grandi feste ma si, grande ospitalità. Non siate rigidi né stampatevi falsi sorrisi…i catalani sembra siano poco inclini a facili amicizie e a buone parole.
Il tuo posto preferito in città
Dopo quasi un anno in questa città, ancora mi sconvolgono le entrate dei palazzi modernisti sparsi in qualsiasi punto della città. Mi ricordano che i giochi con forme umane e animali, uniti a un materiale grezzo come il legno, freddo come l’acciaio e malleabile come il vetro, possono dare vita a opere di rara e instancabile bellezza.
E purtroppo no, ancora non posso capire come la domenica ci sia questa rigida e scomoda regola di chiusura obbligata di tutti i negozi. Però che importa…passerei ore tra gli artistici vicoli di Gracia o ai piedi di Montjuic, magari quando le sue fontane cominciano a danzare tra musiche e colori.
Un consiglio per coloro che vogliono trasferirsi a Barcellona
Non scappi dalle tue radici, quindi a quelli che hanno voglia di fuga, sconsiglio di partire; non dimentichi i tuoi problemi, solo ne crei dei nuovi più il peso dei vecchi, quindi sconsiglio di partire a chi non ha le spalle larghe (o almeno prima fate un bel po di allenamento!); non stai facendo una scommessa, perché non puoi scommettere pro e contro te stesso, quindi sconsigliato ai giocatori d’azzardo.
Follow your dreams. Qual’è il tuo sogno più grande?
Il mio sogno più grande? Posso pensarlo ancora, vero?
Qualunque esso sia, lo continuerò a inseguire da qui, da questa città dove 10 anni fa ho lasciato quel pezzo di cuore.
Per chi sogna di partire ma non ha ancora avuto il coraggio di farlo, che consiglio daresti?
Un consiglio…affidati a te stesso, alle tue intuizioni. E sii curioso, non pensar mai che sia impossibile, però rimani consapevole che HAI i tuoi limiti, i TUOI tempi.
Puoi partire da solo o in compagnia ma quando ti dirai “non ce la posso fare”, non importa quante persone ci saranno intorno a te…sei tu l’unica guida nella tua nuova casa, l’unico architetto che può costruirla con nuovi materiali e con arredi più “moderni”; sei te che scopri te stesso, gli altri solo potranno accedere como spettatori a questo evento.
Conoscerai il nuovo te nella tua nuova casa, che dapprima sarà piena di grandi scoperte, poi sentirai le cose più familiari…questa è la prima conquista, anche se la chiamerai routine.
Sii il portabandiere del tuo paese, della tua città per piccola che sia.
Che tu viva a Barcellona, Berlino, New York o Honolulu, non lasciare indietro quello che eri prima di quell’aereo, altrimenti faticherai solo di più fingendo di essere un altro. Ama il tuo accento, la tua voglia di pasta (tanto non capiranno mai questa droga ancestrale!), il tuo parlare con il corpo. Si, ti riconosceranno da piccole cose e ti apprezzeranno per piccoli gesti.
The Dream List: tre città che desideri visitare o dove andresti a vivere (almeno per un periodo)
Vengo da un paese caldo, vivo in un paese che per clima e posizione geográfica è praticamente gemello. Se dovessi scegliere una meta dove fermarmi per un breve periodo, probabilmente sceglierei una città del nord Europa, un Dublino per esempio, o una piccola ed educata cittadina della Svezia, sperduta tra venti freddi dove la casa e il camino sono la tua unica isola felice.
Tre parole per descrivere perché dobbiamo viaggiare
Sdraiata in una spiaggia di Minorca, davanti a un mare cristallino e leggermente ondulato, mi sono pensata 15 anni fa…Viaggiare per me è abbandonare quei rigidi panni di adulta che ho indossato e che a volte mi stringono il collo fino a soffocare; è ascoltare la storia di una donna seduta in un autobús direzione Lago Titicaca senza pensare che mi vuole vendere qualcosa.
Ma soprattutto, il bello di viaggiare è non avere programmi, cambiare strada… e per questo ringrazio il mio compagno di viaggio che me lo sta insegnando.