Bangkok, la citta che non si ferma mai…
La citta di Bangkok è impressionante e spaventosa. È caotica e pienissima di vita. Forti sono le emozioni che già mi hanno turbato la mente e che voglio raccontare.
È un articolo scritto di getto, mentre sono qui seduta sulla poltrona rosa del mio bellissimo ostello in Bangkok.
Sto provando il mio nuovo Mi Pad e la tastiera bluetooth che non avevo mai provato in vita mia. Ho deciso di non portarmi il Mac perché troppo pesante per il viaggio che sto per intraprendere e perché se lo me lo rubassero morirei.
E allora ho deciso di provare ad arrangiarmi, con una piccola tastiera ed un tablet che, nonostante i primi giorni di caos e difficoltà nello scrivere e nell’utilizzare il touch, ora trovo piuttosto comodi e soprattutto leggeri.
Il mio primo articolo legato a questo viaggio lo voglio dedicare alle mie sensazioni ed ai miei pensieri. Ieri sera, prima di domire, avrei voluto racchiudere in un’ unica frase quello che provavo, ma era decisamente impossibile.
Bangkok è tanta roba. È caos. Vieni catapultata all’improvviso in un mondo completamente nuovo e non sai come muoverti. Mi avevano detto che i thailandesi parlando inglese ma fino ad ora, devo dire il contrario. Io ho trovato poche persone con cui poter avere una conversazione che avesse senso. Anche nei punti di interesse turistico non mi è sembrato cosi semplice, ma in qualche modo ce la si fa sempre.
I taxi sono colorati, le strade sono caotiche, piene di fili elettrici e tuk tuk agli angoli delle strade ci sono continuamente dei venditori ambulanti che preparano cibo o vendono prodotti locali.
Un altro mondo in cui vieni catapultata all’ improvviso e ti ritrovi con gli occhi di una bambina che sta scoprendo qualcosa di completamente nuovo. Avevo sentito tanti racconti su questa città, ma finche non la vivi non puoi sapere com’è realmente.
Impari tante cose, nel giro di qualche ora, sei già pronto a buttarti per le strade di Bangkok tra il traffico, facendo zig zag tra una macchina e l’altra cercando di non essere investito, qui i semafori ci sono ma non servono a niente. Impari a capire come muoverti sul fiume, sperando di aver preso la barchetta giusta che ti riporta in ostello
Impari a camminare per le strade di Chinatown di notte senza avere paura perché la vita qui è così: botteghe chiuse, qualche gruppo di donne o di uomini seduti per strada che raccolgono ciò che è rimasto della vendita della giornata, c’e chi mangia, chi ti sorride, chi ti guarda e commenta qualcosa senza che tu possa capire nulla. Ma tu continui per la tua strada, con la macchina fotografica al collo.
Questa sono io, in questi giorni…Io che ho sempre paura di tante cose ma che allo stesso tempo agli occhi di molti, non ha paura di niente.
Quando viaggio ho sempre la stessa sensazione: mi sento in terra straniera, ma allo stesso tempo mi sento sempre molto tranquilla come a casa.
E poi ci sono i viaggiatori che incontri lungo il cammino. Sono qui da tre giorni e ho gia conosciuto gente da ogni parte del mondo: Giappone, Cina, Olanda, Germania, Iran.
Voglio trascorrere le mie giornate insieme a degli sconosciuti e scoprire insieme a loro questo nuovo mondo.
Sono partita con altre 4 amiche, pronta a viaggiare con loro, ma allo stesso tempo sento come il bisogno di abbandonare il gruppo e prendere il volo. Voglio scoprire il mondo intero, nuove persone, parlare lingue che non sono le mie.
La vita in ostello è speciale, puoi ritrovarti una mezz’oretta a chiacchierare con qualcuno e poco dopo ritrovarti ad andare a cena assieme e ballare lungo la caotica Khao San Road di Bangkok.
E’ questo che voglio vivere, l’improvvisazione, la felicità dei piccoli momenti, la sensazione di essere al posto giusto nel momento giusto, le occasioni.
Il mio ostello – Samsen 360 Hostal – è molto carino, pulito, ben curato, pieno di belle persone.
Le scarpe si lasciano fuori, all’interno si cammina scalzi, la colazione offre caffè, pane e marmellata, yoghurt. C’è la wifi, ottimi divanetti ed un bel giardino dove stendersi fuori in relax.
Ho conosciuto una giapponese che ha vissuto 2 anni in Australia, due ragazze cinesi che mi hanno raccontato di quanto desiderino andare via da un paese pieno di restrizioni come il loro, ragazze di varie città d’Europa che stanno viaggiando per il Sud Est Asiatico da sole, un ragazzo di 18 anni tedesco che finita la scuola è partito per l’Asia per un viaggio di circa 9 mesi, che finirà in Australia, dove lavorerà, per poi tornare in Gemania, dove inizierà l’università.
La mia voglia di andare in Australia si fa sempre più forte, la mia voglia di esplorare è gigantesca. Non so come gestire tutto questo.
Sono appena passati 3 giorni….
La mia testa è pienissima di pensieri: penso a tutte le cose che vorrei fare, a tutte le cose che vorrei vedere, ai soldi, alla famiglia,alle persone care lasciate a casa.
Magari fra un mese saro cosi stanca di questo viaggio in stile backpacker che tornerò a casa, magari avrò speso troppi soldi e tornerò a casa, magari conosco qualcuno con cui andare in Nuova Zelanda e ci vado.
Non lo so, la testa frulla così tanto che io stessa non credo a tutto quello che penso.. 😉
Intanto mi godo ogni singolo giorno, memorizzando ogni singola cosa nella mia mente e nelle mie foto…e poi tutto il resto si vedra! 🙂
Marty è meraviglioso quello che scrivi…io leggendolo non so se provare invidia, gioia, preoccupazione, stupore o felicità per te … forse un mix di cose. Oggi abbiamo pranzato in tuo onore nel ristorante vietnamita del Raval 😉 Ti penso.
Babi
Barbaraaa! Avevo visto la vostra foto! Immaginati quante emozioni provo io! 🙂