IOWA CITY – Loretta
Sono Loretta, ho 28 anni e da quattro mesi vivo a Parigi, una delle poche città europee in cui non avrei mai pensato di trasferirmi. Ma in tutte le mie esperienze all’estero c’è sempre stato questo comune denominatore: sono sempre partita per la meta più inaspettata.
Dopo essermi laureata in Economia e aver lavorato per alcuni anni come beauty editor, ho deciso di continuare i miei studi con un master in Management e ho colto l’occasione per partire per un semestre all’estero. Il mio desiderio più grande era proprio quello di visitare un altro continente, così ho fatto “application” per Australia e gli Stati Uniti, scegliendo mete come il Texas, il Mississippi, lo Utah ed il luogo dove sono finita: l’Iowa.
L’Iowa è uno stato del Midwest degli Stati Uniti ed è famoso per i suoi campi di granoturco. Spesso viene preso in giro in quanto è uno di quegli stati che si sorvolano durante un viaggio aereo, ma dove nessuno mai si ferma. Così, sono partita per questa meta inaspettata, per una delle esperienze più belle della mia vita.
Da Milano agli Stati Uniti. Cosa ti ha portato a fare questa scelta?
Ho sempre sognato di lasciare Milano per un’esperienza all’estero e mi trovavo in un periodo della mia vita in cui mi sentivo quasi in trappola. Volevo viaggiare, mettermi alla prova, conoscere una nuova cultura e aprirmi nuovi orizzonti. E così ho deciso di fare un semestre all’estero, scelta che mi ha portato negli Stati Uniti!
Com’è vivere all’interno di una “college town” americana?
È una sensazione stranissima e a volte anche surreale, soprattutto venendo da una grande città. Le college town sono “piccole” città popolate per lo più da studenti, dove tutto può essere raggiunto a piedi o con qualche fermata di autobus. La vita di 30.000 studenti ruota attorno agli edifici dell’università e al centro città, pieno di bar e locali. Sembra quasi di vivere in un piccolo mondo lontano dalla realtà, dove l’età media è tra i 18 e 24 anni e la vita è molto più rilassata rispetto alle grandi città!
È strano pensare che gli americani passino quattro anni della loro vita nei college e, infatti, vedono la fine dell’università come il momento in cui devono entrare finalmente nel mondo degli adulti.
Qual’è stato il momento più bello di questi tuoi 5 mesi americani e quello più difficile?
Penso che il momento più bello sia stato quando mi sono sentita finalmente a casa. C’è un momento quasi magico in cui superi lo shock culturale, cominci a crearti nuove abitudini e ti adatti anche alle cose più inaspettate! Ti rendi conto che ci sono delle piccole cose che ti fanno sentire a casa, come andare a pranzo con il tuo nuovo gruppo di amici, camminare verso casa per goderti il tramonto sul fiume.
Il momento più difficile, invece, è stato senz’altro l’arrivo ad Iowa City: inizialmente è stato uno shock. Non solo c’erano -20 C°, ma la città era deserta, perché gli studenti sarebbero arrivati il weekend successivo. Arrivata nel dormitorio, ho scoperto di non avere praticamente nulla: nessuna coperta, lenzuolo, asciugamano. Non sapevo come raggiungere il centro città per comprare del cibo e il dormitorio era deserto.
In questi momenti è importante non abbattersi e provare ad essere positivi.
Così sono andata nella hall, dove ho trovato due ragazze giapponesi che mi hanno invitata a mangiare con loro, mi hanno cucinato un piatto di pasta e mi hanno anche prestato una coperta. Non dimenticherò mai la loro gentilezza e l’aiuto che mi hanno dato in quel primo momento di sconforto!
Una volta rientrata in Italia, sei ripartita… Che ci fai di bello a Parigi?
Dopo essere tornata in Italia sognavo un’altra esperienza all’estero e, quando l’opportunità si è presentata, ho deciso di provarci e prenderla al volo, anche se non avevo mai pensato di trasferirmi a Parigi! Sicuramente è una nuova sfida, forse anche più difficile, dato che si tratta di lavoro e non parlo una parola di francese, ma bisogna guardare il lato positivo: alla fine di questa esperienza conoscerò una nuova lingua!
Che consiglio daresti a chi vuole fare un’esperienza all’estero, ma non ha ancora avuto il coraggio di farlo?
Buttatevi! Se state ancora studiando, informatevi sulle opportunità all’estero e fate application a tutti i programmi. Non abbattetevi se non venite selezionati per la meta dei vostri sogni, perché a volte le mete più sconosciute possono essere le migliori. Inoltre, uscire dalla vostra comfort zone vi farà sentire vivi e capaci di superare qualsiasi ostacolo!
Dimmi perché credi che sia importante viaggiare
Viaggiare può veramente cambiare una persona. Conoscere nuove culture, mettersi alla prova, scoprire mondi totalmente diversi dai nostri: sono tutte esperienze che ti arricchiscono, facendoti diventare una persona più flessibile e in grado di adattarsi ai cambiamenti della vita.
Un’ultima considerazione… “Sentirsi a casa nel mondo”.
Sentirsi a casa ovunque nel mondo. Quella piacevole e confortante sensazione di sentirsi a casa propria anche se sei dall’altra parte del pianeta.
…e tu l’hai provata questa sensazione quando eri negli Stati Uniti o attualmente a Parigi?
Ho provato questa sensazione negli Stati Uniti. A un certo punto mi sono sentita a casa e non ho più sentito la mancanza di Milano o dell’Italia. Ho cominciato ad assaporare ogni singolo momento, sapendo che purtroppo questa esperienza sarebbe finita in fretta. Ho cominciato a dire di sì a qualsiasi proposta, da un picnic al parco fino a uno spettacolo di Amy Schumer o a una partita di basket della squadra dell’università.
Ho voluto godermi ogni istante sapendo che purtroppo sarebbe finita, ma ancora oggi ricordo tutte le piccole cose che mi hanno fatto sentire a casa. Per Parigi è ancora presto, ma sono sicura che arriverà questo momento!