Giulia viene da Novi Ligure, in Piemonte, e vive in Inghilterra dal 2013. Ha frequentato l’università in Scozia, poi dopo una parentesi in Nuova Zelanda ed in Italia, si è trasferita a Londra da circa un anno per lavorare . E’ giornalista di finanza per una rivista online specializzata.
Le piacerebbe tornare in Italia in un futuro più o meno lontano per ripiantare le radici (probabilmente post Brexit), ma per il momento è molto felice a Londra.
Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia?
So di essere una persona fortunata e di essere cresciuta tra gli agi, ma ho sempre avuto una grande voglia di scoprire il mondo e andarmene dalla mia città natale. Ho bisogno di movimento. Ho iniziato viaggiando con mia mamma, poi ho fatto un’esperienza in Finlandia per un’estate quando avevo 16 anni, e da lì non mi sono più fermata. Pensavo sarei andata all’università a Milano e invece girando per caso su internet ho scoperto che nel Regno Unito c’erano dei corsi triennali di giornalismo, mentre in Italia si fa solo come master.
Ci ho messo tanto a convincere i miei genitori, il distacco è stato doloroso per tutti, ma è stata la scelta migliore per me, sono diventata molto indipendente e sicura di me. L’Italia mi manca sempre, so che tornerò a farmi una famiglia, ma al momento sono felice di stare in giro.
Dopo la Scozia e la Nuova Zelanda, cosa ti ha spinto a trasferirti a Londra?
Sono una giornalista e, quando è arrivato il momento di iniziare a cercare un lavoro, era chiaro che la stragrande maggioranza delle opportunità erano a Londra. Inizialmente volevo tornare in Scozia, che conosco bene e dove ho tanti amici, ma il lavoro mi ha portata nella capitale. Quando vivevo in Scozia vedevo Londra come un grande mostro affascinante, lontano e pericoloso.
Altri sarebbero d’accordo con me, in Scozia sono tutti amichevoli e le città sono a misura d’uomo, mentre Londra ha otto milioni di abitanti. Inoltre qui avevo giusto qualche conoscenza, però mi sono buttata e ne è davvero valsa la pena. Sono molto felice qui.
Il tuo posto preferito in città?
È una domanda davvero difficile, perché Londra è fatta di tanti piccoli centri, ognuno con una sua personalità. Da est a ovest cambia tutto. Dovendo scegliere, la passeggiata sul Regent’s Canal: è molto lunga ed essendo pigra scelgo la parte che costeggia Victoria Park, vicino a casa mia.
Ai tempi del corona virus. Come hai reagito alla notizia della quarantena?
Secondo me il Regno Unito è arrivato un po’ in ritardo a implementare misure di isolamento, quindi quando sono stati annunciati i provvedimenti ero sollevata. Come tanti italiani qua, ero frustrata perché il governo non stava prendendo esempio dall’Italia. Nel giro di una settimana Boris Johnson è passato a dire “lavatevi le mani” ad annunciare il lockdown, quindi è evidente che abbiamo gli stessi problemi anche qui.
Quali sono esattamente le restrizioni stabilite a Londra?
Al momento si può girare liberamente, non si chiedono autocertificazioni. La maggior parte dei provvedimenti sono “consigli” ma la polizia c’è e si fa sentire. Ad esempio, si può uscire a passeggiare o fare esercizio fisico, anche in gruppo a patto che si viva nella stessa casa, ma se ti siedi al parco vengono e ti fanno alzare. Ho letto che lo scorso weekend hanno fatto delle multe a persone stese in spiaggia a Brighton.
Tutti gli esercizi commerciali sono chiusi eccetto negozi di alimentari e farmacie, e da questa settimana bisogna essere da soli a fare la spesa. I trasporti pubblici sono disponibili per chi deve ancora andare a lavorare e molti ristoranti fanno consegne a domicilio.
Come trascorri le tue giornate a casa?
Sono fortunata perché ho un lavoro che mi permette di lavorare da casa, e anzi scrivendo di finanza abbiamo tantissimo da fare. Per la quarantena mi sono trasferita dal mio ragazzo, che vive in una casa enorme con altre tre persone, quindi passo il tempo con loro.
Stanno qui da poco quindi c’è ancora da riordinare, altrimenti esco a fare passeggiate, guardo serie tv e sento famiglia e amici al telefono. Di solito fremo se passo una domenica in casa ma dentro di me è scattato qualcosa, questa è la nuova normalità, quindi ho trovato la mia dimensione.
Cosa farai o vorresti fare, quando saremo tutti nuovamente “liberi”?
Sicuramente andare in Italia per un bel po’, magari un mese, andare a dei festival di musica elettronica e poi ricominciare ad esplorare ristoranti e mercatini a Londra.
Se ti trattasse di un viaggio, dove andresti?
Ci sono tantissimi posti in cui vorrei andare, ma prima di tutto vorrei fare delle gite in Italia per poter contribuire alla nostra economia. Ormai mi sono rassegnata all’idea che per almeno uno o due anni sarà difficile fare un vero e proprio viaggio, ma quando avrò l’occasione vorrei andare nel Sud Est Asiatico.