La Barcellona che non avevo ancora visto 2


Barcellona ai tempi del Covid-19

È una Barcellona diversa, una Barcellona silenziosa.
La pandemia e questo tremendo Covid hanno trasformato la città in una metropoli estremamente tranquilla e senza turisti.

Il Covid ha inciso drasticamente sul numero dei turisti che ogni anno si riversano su Barcellona. In città te ne rendi conto subito passando davanti ai monumenti principali e camminando tra i quartieri storici e più conosciuti.
Passeggiando per le strade della capitale catalana si ascolta parlare spagnolo e catalano, pochissimo inglese.
Nei bar e nelle terrazze all’aperto ascolti le voci di residenti catalani e ti rendi conto che gli stranieri in giro sono quelli che, come me, in città ci vivono e lavorano (o studiano).

Un anno e mezzo senza tornare, ma lo sapevo benissimo. 
Una volta rimesso piede in città, è stato come se non me ne fossi mai andata.
Come se fossi andata via forse giusto qualche giorno, in vacanza da qualche parte, e poi tornata.
Un lasso di tempo brevissimo che invece è durato più di un anno, dall’altra parte del mondo, in quella metropoli gigantesca quale è Manila, così tanto diversa da Barcellona.

arco di trionfo barcellona
Io e l’Arco di Trionfo

Di Barcellona mi mancava tutto. Mi mancava in primis l’aria che si respira tra le sue strade, quell’atmosfera così rilassante e piacevole che ho amato fin dal primo giorno di tanti anni fa. Mi mancavano i vicoletti dei quartieri storici come il Born, i palazzi modernisti, i parchi, i bar all’aperto con le terrazze posizionate agli angoli di ogni quadra (per quadra si intende l’insieme di edifici che, per la loro forma e posizione, creano una sorta di quadrato. Tutto il quartiere Eixample è fatto così).

Dopo un anno di Manila morivo dalla voglia di camminare, attraversare i quartieri, osservare e stare con il naso all’insù per ammirare l’architettura. 
Soprattutto non vedevo l’ora di girovagare senza preoccuparmi di macchine e motorini che ti sfrecciano a due centimetri di distanza.
Quelle piccole cose come andare in giro per poi fermarsi a prendere un caffè o una birretta seduta fuori, con il sole che ti scalda il viso.
A Manila tutto questo non si poteva fare e poterlo rivivere a Barcellona è stata una gioia immensa.

Le stradine del Born

Non riesco ad immaginare Barcellona ai tempi duri del lockdown, quando non si poteva uscire per strada ed era chiuso tutto. 
Diversi amici mi hanno raccontato di un’atmosfera spettrale, come un po’ in tutte le città e cittadine del mondo, d’altronde.
Ora Barcellona è tornata a muoversi un po’ anche se tante cose sono cambiate.  Ci sono ancora diverse regole da rispettare, prima di tutto la mascherina obbligatoria ovunque, anche all’aperto.
I bar sono aperti, ma solo fino a mezzanotte ed è così tutti i giorni della settimana, anche il weekend. Anche la metropolitana chiude a mezzanotte nei weekend, quando invece, in tempi di vita normale, rimane aperta fino alle 2 il venerdì notte ed attiva tutta la notte tra sabato e domenica.

Osservare la gente seduta ai tavoli dei bar è però confortante, perché sembra quasi di essere tornati alla normalità anche se in realtà, perché tutto torni come prima, ci vorrà del tempo.
L’economia del paese e di Barcellona stessa ha subito un duro colpo. 
Prova solo ad immaginare.. quanti soldi venivano incassati giornalmente presso la Sagrada Familia o la Pedrera?
Quanti negozi o ristoranti vivevano grazie agli acquisti o alle cene fatti dai turisti in vacanza a Barcellona? 
Io ho potuto vederlo con mano, tanti negozi nel Gotico hanno le saracinesche abbassate ed i ristoranti sono praticamente vuoti.

Proprio l’altra sera sono andata a mangiare una pizza insieme ad un’amica, in una delle pizzerie che preferisco in città. Un ristorante di 3 piani che ricordo sempre pienissimo… l’altra sera c’erano solo 5 tavoli occupati. Fa impressione, no? 
(Piccola parentesi: consiglio il Ristorante Pizzeria “Buon Appetito”, qualora un giorno riusciate a venire a Barcellona. Si trova nel quartiere del Born).

Pizzeria “Buon Appetito”

Io da pochi giorni ho trovato casa, una nuova casa. Ho cambiato quartiere rispetto a dove vivevo prima e mi sono trasferita nel quartiere di Gracia, il quartiere hipster di Barcellona.
Un quartiere che in tempi normali era pieno di giovani alternativi catalani e stranieri che trascorrevano le serate seduti nelle piazzette del “barrio” a bersi qualche birra comprata a 1€ dal supermercato di pakistani.
Chissà se si può fare ancora, forse no… 
Gracia in realtà è sempre stata poco frequentata dai turisti, perché non avendo particolari monumenti storici da visitare e trovandosi nella parte alta della città, non ha mai attirato molto l’attenzione. E’ sempre stato un quartiere autentico e chissà, forse ora è ancora più affascinante!

Scendendo però giù verso il mare, fa un certo effetto passeggiare anche tra le stradine del Raval, il quartiere multietnico. Brulicava di gente, proveniente da ogni parte del mondo, soprattutto medio orientale.
Un quartiere che ha sempre un po’ “spaventato” i turisti, ma che in realtà merita di essere visto perché molto peculiare. In questi mesi si nota ancora di più il suo essere così etnico, perché di inglesi e tedeschi biondi in giro per le strade se ne vedono pochissimi ed il quartiere spicca ancora di più, con tutti i suoi negozi e alimentari che offrono prodotti tipici dei paesi orientali, tra spezie dell’India e kebab turco.
E poi sovrasta lui, il MACBA, il museo che più amo di Barcellona. Sempre pieno di skaters, ad oggi quasi quasi deserto.

Il museo MACBA

Concludo aprendo la piccola parentesi “lavoro“, tema alquanto spinoso che sto toccando con mano. Io che ho sempre lavorato in turismo e marketing, mi rendo conto di quanto, in tempi di Covid-19, sia complicato riuscire a trovare lavoro inerente il mio settore. Quasi impossibile.
Ho lasciato le Filippine proprio a causa di questo, perché ho perso il lavoro nell’agenzia viaggi in cui lavoravo e qui a Barcellona devo rimettermi in gioco di nuovo, io come tantissimi altri. 
Tutte le persone con cui parlo mi dicono la stessa cosa “Preparati, perché non sarà facile”. Armarsi di pazienza e speranza, questo bisogna fare. 

Barcellona è una città che ha sempre offerto tante opportunità lavorative e di crescita e mi auguro che prima o poi possa tornare a farlo, ad avere quell’energia meravigliosa che ha sempre avuto. 
Per ora me la godo così, tranquilla e silenziosa.
Me la godo dopo tanto tempo passato lontano da lei. I’m back!


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