Tutto in uno zaino o quasi
Quando vivi all’estero per mesi e viaggi spesso, spostandoti da un luogo all’altro, impari a portare con te solo l’indispensabile. Impari a gestire le tue cose in maniera diversa, a dare un valore diverso a ciò che possiedi.
Uno zaino in spalla, uno zaino più piccolo ed una sacca di medie dimensioni, di quelle che le persone normalmente usano per andare in palestra o in piscina. In questi tre oggetti, c’era letteralmente la mia vita.
C’erano le cose che ho usato in viaggio e a Manila per un anno intero.
Quando 2 settimane fa sono rientrata a casa in Italia ed ho iniziato a svuotare gli zaini per fare ordine, ho pensato “Sono riuscita a mettere tutto ciò che avevo nel mio appartamento a Manila qui dentro, in questi 3 oggetti”. Eh si, perché con me avevo ben poco quando sono partita e poche cose in più ho comprato quando ero là, forse qualche nuova canottiera e due paia di sandali.
Il mio zaino in spalla pesava 14 kg, lo zaino più piccolo 6 kg e la sacca 7 kg.
Un totale di 27 kg. Qualche maglietta e qualche canottiera, tre pantaloncini corti, leggings, un paio di jeans, qualche vestitino e qualche maglietta a maniche lunghe.
Costumi, ciabattine, cose per il bagno, qualche borsa e qualche accessorio.
Con me sempre la macchina fotografica ed il mio Mac (che contiene la mia vita ed il mio lavoro).
Quando ho lasciato Barcellona l’anno scorso, ho passato giorni a riordinare la mia stanza, fare gli scatoloni, ragionare su cosa potesse servirmi e cosa no. Ho passato ore osservando ogni singolo indumento ed oggetto, valutando se metterlo negli scatoloni del “non mi serve” o in quelli del “potrebbe essermi utile”.
Tutto il resto è ad oggi ancora chiuso in un box, all’interno di un grande magazzino a Barcellona.
Quando viaggi sai che non puoi portare con te troppo peso addosso ed impari a metterti in testa il concetto che “se una cosa non ce l’hai, potrai sempre trovarla e comprarla”.
Impari ad organizzarti e ti rendi davvero conto che tutte quelle cose che riempiono il tuo armadio o la tua stanza, realmente non ti servono.
Hai sempre pensato ti servissero, ma poi le osservi e pensi che quella maglietta è appesa nel tuo armadio da mesi e non l’hai mai messa, quella giacchetta colorata che ti sembrava tanto carina l’hai indossata una volta sola e quella gonna che ti sembrava bella per uscire l’hai usata forse due volte. E allora selezioni l’essenziale ed impari a vivere con quelle poche cose che hai.
Essere backpacker nel Sud Est Asiatico
Voglio fare una premessa. Io non sono mai stata un’amante dello shopping, anzi, odio spendere soldi per comprare scarpe o abbigliamento.
Quanto volte mia mamma guardandomi mi ha detto: “Ma quella maglia che hai è vecchissima, perché non compri un po’ di cose nuove?”
Non sono mai stata di quelle ragazze che seguono la moda, che vogliono indossare ciò che tutte comprano ed usano in quel determinato periodo.
Io compro ciò che mi piace, punto.
E nonostante questo, il mio armadio nel corso degli anni si è riempito anche di diversi indumenti ed accessori vari che non ho mai praticamente indossato.
La società occidentale ci porta ad essere così. Ci porta a comprare, ad andare per negozi, ad osservare gli altri e ad adeguarci.
Ci porta a spendere e mostrarci sempre perfetti per il giusto ruolo: ti vesti in un certo modo per andare in ufficio, per andare a fare l’aperitivo con gli amici, per uscire la sera, per andare al mare.
E probabilmente, a modo mio, facevo così anch’io.
Quando inizi a viaggiare e soprattutto raggiungi certi paesi e realtà, come il Sud Est Asiatico, tutto cambia.
In Asia non devi essere nessuno, non devi vestirti in un certo modo perché gli altri ti accettino. Ti vesti come ti pare.
Non ci sono protocolli da seguire. Non dico che se lavori in banca a Manila tu ci possa andare con i calzoncini da mare, ma ti rendi conto che non ci sono quelli schemi che riconosci nei paesi occidentali.
Sei libero di uscire per strada in ciabatte o con i calzoncini che usi per dormire senza che nessuno ti osservi, non è necessario essere eleganti per andare fuori a cena, perché in realtà a nessuno importa.
Io ho letteralmente trascorso un anno in ciabatte e shorts.
Usavo gli shorts per andare al lavoro, per uscire la sera e per andare al mare. Andavo spesso al lavoro in sandali, gli stessi che usavo per andare al mare. Uscivo per fare la spesa senza neanche pensare cosa stessi indossando.
Quando ho vissuto sull’isola, lavoravo praticamente in costume.
Poche cose mi servivano per vivere e stare bene. E la cosa più bella è che non ti devi preoccupare di nulla, non devi pensare tutte le volte a “cosa metterti”. Più passa il tempo e vivi certe realtà, più ti rendi conto che puoi benissimo vivere la tua vita con meno cose.
Tu mi dirai “Facile dirlo, se stai su di un’isola lavorando come freelancer e non vivi la realtà del manager di azienda che deve rispettare certi standard!”.
Ovvio, condivido..ma è proprio questo il punto.
Tutto dipende dalla società in cui vivi e quanto vuoi che la società incida sul tuo stile di vita.
Io non voglio far parte di nessuno schema.
La libertà che provi quando ti rendi conto che puoi vivere con poche cose, è impagabile. Quella sensazione di non sentirsi osservati o giudicati per cosa hai addosso e soprattutto quel sentirsi così leggeri.
Me ne sono accorta subito, appena rientrata in Europa.
Istintivamente ho pensato “Che cosa mi metto se con gli amici vado a fare un aperitivo o vado fuori a cena?” Lo stile asiatico non si adatta allo stile europeo. Ma io farò come ho sempre fatto, con quelle tre cose che ho nel mio zaino da backpacker.
Ho imparato a vivere così e non torno indietro.