Un amore cosí grande…
Un paese che mi è rimasto profondamente nel cuore e di cui non riesco più a liberarmi. La mia mente è costantemente lí.
Le Filippine sono il paese in cui ho lasciato anima e cuore.
C’è un paese che ami alla follia, che hai visitato o dove hai vissuto e che ti è rimasto particolarmente nel cuore?
Può bastare veramente poco per innamorarti di un paese.
Può essere il semplice ricordo di una giornata, un momento, una persona che hai conosciuto, un’esperienza vissuta.
Per me le Filippine sono state tutto questo e molto di piú.
Sono state un insieme di esperienze incredibili, di persone ed incontri meravigliosi, di ricordi indelebili.
Non c’è persona a cui io non racconti delle Filippine, a cui cerchi di spiegare cosa le Filippine significhino per me.
Non è facile raccontare una sensazione o un sentimento quando l’altra persona non ha vissuto e provato quello che hai provato tu.
Puoi descrivere un viaggio, un luogo, puoi mostrare una foto e raccontare quel momento, ma non potrai mai riuscire a far vivere le sensazioni che hai provato tu. Puoi trasmettere quello che senti, ma non riuscirai mai a farti capire fino in fondo.
Per me è cosí quando parlo delle Filippine, quando parlo dell’Asia.
Riesco veramente a condividere le mie emozioni solo con chi ha vissuto in Asia come me o ha viaggiato per quei territori per un lungo periodo.
Lo riconosci dallo sguardo, dal sorriso, dall’annuire quando racconti un “episodio asiatico”, quando la persona con cui parli ridendo ti dice che ha vissuto la stessa situazione, lo vedi dagli occhi che si illuminano.
O che brillano, come i miei quando ne parlo.
I miei occhi brillano quando rivedo una foto, mi viene in mente un momento vissuto, quando qualcuno semplicemente nomina la parola Asia o Filippine, quando per strada sento parlare Tagalo (la lingua nazionale filippina).
I miei occhi brillano di gioia anche quando scende una lacrima, quando penso che la pandemia mi ha allontanato dal paese quando non ero ancora pronta a lasciarlo, quando penso a quelle persone che vorrei tanto riabbracciare ma non so quando potrò farlo, quando nelle mia mente passano le immagini di quei luoghi che non so quando potrò rivedere.
Tante persone spesso mi dicono “Ma cos’hanno di tanto speciale le Filippine? Ci saranno tanti altri luoghi e destinazioni altrettanto belli, no?”
Certo che ci sono, ma sono le esperienze a fare la differenza.
Sono le sensazioni provate.
Sei tu a fare la differenza. É la persona che eri quando vivevi lì e la persona che sei diventata dopo certe esperienze di vita.
A me l’Asia ha cambiato tantissimo, come mai avrei pensato.
Nel bene e nel male, l’Asia e le Filippine mi hanno stravolto la vita, ed a tutte le persone che mi chiedono perché io ami tanto le Filippine rispondo sempre la stessa cosa “Perché lì, in quei luoghi, tra quelle strade, ho vissuto uno dei periodi più belli della mia vita”.
Lí ero felice, estremamente felice, una felicità diversa.
Una felicità mischiata a libertà pura, a spensieratezza, a quella voglia di lasciarsi andare completamente.
La mente era completamente libera da ogni pensiero, era leggera, era aperta a qualsiasi novità e cambiamento.
Spesso penso alla facilità con cui ho viaggiato per il Sud Est Asiatico, alla tranquillità con cui ho scelto di accettare un lavoro che mi avrebbe portato a trasferirmi a Manila per un anno, alla calma che sentivo quando camminavo per le strade di un’immensa metropoli asiatica sconosciuta.
Ricordo ancora quando decisi di partire per l’Asia la prima volta.
Avevo fatto un biglietto di sola andata per la Thailandia, ma chissà dove sarei andata dopo.
Avevo in testa alcune destinazioni, ma non avevo programmato nulla.
E cosí, tra i tanti paesi attraversati, ho conosciuto le Filippine, le sue isole, la sua gente.
Quanti sorrisi e sguardi che ho incrociato.
La conosci quella sensazione di sentirti a casa quando sei in luogo completamente sconosciuto?
Ti svegli la mattina in un ostello, fai colazione, esci per strada e passeggi come se quelle strade le avessi già attraversate mille volte.
Inizi a conoscere quelle persone, il loro stile di vita, le loro storie, le loro vite.
Ti appassioni sempre di più, ti innamori sempre di più.
Più passa il tempo e più ti rendi conto di quanto fuori dalla tua comfort zone, dalla tua vita di sempre, ci sia un mondo che puoi fare ancora più tuo, che ti può cambiare e migliorare.
Le Filippine sono state tutto questo per me.
Poteva essere forse la Thailandia o il Giappone o perché no, il Vietnam, però le esperienze vissute e le decisioni prese mi hanno portato a trascorrere un anno e mezzo delle mia vita in questo straordinario paese.
Perché si, nelle Filippine ho vissuto quasi un anno e mezzo.
Un po’ viaggiando tra le isole ed un po’ vivendo tra l’isola di Siargao e la città di Manila.
Siargao mi ha insegnato a vivere giorno per giorno, senza pensare troppo al domani, a vivere la vita senza troppe preoccupazioni.
Sarà la vita dell’isola, saranno i ritmi più rilassati, sarà la cultura asiatica in generale.
Viviamo in una società (quella occidentale) in cui ci lamentiamo e preoccupiamo di ogni cosa, in cui corriamo ogni giorno senza realmente godere delle piccole cose, vivendo quella routine che ci porta a dimenticare cosa veramente importa.
I ritmi sono frenetici, le pressioni sociali sono tantissime e regnano spesso sentimenti quali frustrazione, intolleranza, nervosismi e ansie.
Questo perché in Occidente non ci fermiamo mai.
In Asia ho imparato a fermarmi, a non pensare troppo al domani ma a godermi ogni singolo giorno.
A preoccuparmi di meno, a mettere da parte ansie e fastidi per godere di tutto quello che stavo vivendo.
Le esperienze vissute me le ricordo tutte alla perfezione, ogni sorriso, ogni chiacchiera, ogni “buongiorno” che mi veniva dato la mattina per strada e quando c’era qualcosa che non andava, i filippini sapevano sempre rispondermi con un sorriso, con un “Don’t worry mum, it’s ok.”
E poi Manila… estremamente caotica e gigantesca, fatta di traffico, grattacieli, clacson, rumori assordanti e caldo afoso.
Eppure, avevo trovato la mia pace anche lì.
Ricordo ogni mattina quando andavo al lavoro, prendevo le moto-taxi che sfrecciavano nel traffico con un’abilità incredibile.
Una perfetta app sul cellulare – Angkas – ti permetteva di prenotare la moto che ti veniva a prendere e ti portava alla destinazione richiesta.
Salivo in moto ogni mattina, perché già alle 9 faceva troppo caldo per camminare.
E poi tutti quelle bancarelle piene di frutti tropicali, i carretti di street food che vendevano cibo a qualsiasi ora del giorno e della notte.
I locali di Manila, le notti infinite a ballare, i litri di Red Horse bevuti per strada.
E poi la pandemia, il lockdown, il rimanere chiusa in casa per quasi 4 mesi.
Ho lasciato le Filippine pensando che nel giro di 2 o 3 mesi sarei tornata.
Sono passati quasi due anni, ma non le ho mai dimenticate.
A Manila c’è ancora un conto bancario aperto che mi aspetta.
Ho iniziato a scrivere questo articolo verso fine gennaio, ma tra una cosa e l’altra non ero ancora riuscito a pubblicarlo.
Mentre scrivo queste mie ultime righe, le frontiere delle Filippine hanno riaperto.
Hanno riaperto il 10 febbraio.
Quando ho letto la notizia ho passato 2 ore a piangere.
Un pianto fatto di gioia, di liberazione, di ansia, paura, preoccupazione, nostalgia, speranza. Un po’ di tutto.
Non so quando tornerò nelle Filippine, ma sapere che posso tornarci è uno delle notizie più belle di sempre.