Siargao, quella notte da incubo


Quando il paradiso a Siargao diventa tutto rosso…

Anche in un’isola paradisiaca si possono vivere esperienze poco piacevoli, anzi, direi disastrose.
E quello che è successo a me, non lo auguro a nessuno.

Se mi chiedete come immagino l’inferno, nella mia testa ora c’è un’immagine molto chiara: me lo immagino come la mia casa andata completamente in fiamme, un colore rosso acceso che sale fino al cielo dove la cenere vola via con il vento.

Sono passati circa 20 giorni dal 29 settembre 2023.
E solo ora posso dire di aver processato (quasi) ciò che mi è successo.
Un’esperienza che mai nella vita pensi possa capitare a te…e invece, questa volta è successo proprio a me.

Era venerdì sera e insieme al mio ragazzo eravamo usciti per andare fuori a cena, un normalissimo venerdì come tanti: cena fuori e rientro a casa senza fare troppo tardi. Il nostro gattino dentro casa, mentre il cane, abituato a stare sempre all’aria aperta, fuori in giardino.

Erano circa le 9 di sera quando inizio a ricevere messaggi e chiamate. E poi una foto.
Martina, la tua casa è in fiamme“.
Si, nella foto…quella casa era proprio la mia.

Prendiamo la moto, guidiamo come pazzi verso casa.
Una scena da film: camion dei vigili del fuoco, luci, decine di persone per strada e nel nostro giardino.
Il fuoco era già stato spento e la casa non c’era più.
Niente, della casa non è rimasto nulla.

Siamo rimasti ore a fissare il vuoto, nel buio della notte. Poco a poco le persone sono andate via, i vigili del fuoco anche. Siamo rimasti noi e una coppia di amici che sono corsi per darci appoggio.
In quei momenti pensi a tutto e non pensi a niente.
Poi inizi a realizzare. È andato bruciato tutto, è andato perso tutto.

La prima cosa a cui ho pensato… dove sono il mio gatto e il mio cane? Il nostro “Kopiko” si era rifugiato da qualche parte nella giungla, tra le palme, libero di scappare e salvarsi.
Ma il nostro gattino, “Maki”, non ha potuto salvarsi, troppo piccolo per riuscire a saltare dalle finestre, il fuoco troppo veloce e feroce per lasciargli scampo. Lo abbiamo cercato, i giorni successivi, nella speranza di poterlo trovare da qualche parte, ma nulla.

É stato il pensiero più difficile da affrontare, da accettare. Il senso di colpa per non aver potuto fare nulla. Per non essere lì quando ne aveva tanto bisogno. Il nostro piccolo gattino.
Tutt’ora piango, sono sincera.

E poi i documenti. Tutti i documenti.
Passaporto, carta d’identità italiana, carta d’identità spagnola, tessera sanitaria, visti dell’Immigrazione.
Da dove cominciare quando non hai più nessun documento valido?
Gli unici documenti che avevo con me, nella mia borsa, erano la patente e la ACR Card, il documento d’identità per stranieri qui nelle Filippine.

..e tutte le nostre cose? I nostri vestiti, i nostri accessori, tutto ciò che avevamo comprato per la casa?
In pochi attimi non hai più nulla, solo i vestiti che hai addosso, un paio di sandali e il cellulare.

Cosa è successo quella sera?

Una domanda che mi è stata fatta decine di volte e che ancora oggi non ha risposta.
Perché la casa è andata a fuoco?

I vigili del fuoco non sono stati in grado di fare una vera e propria investigazione, perché della casa non è rimasto praticamente nulla ed è stato difficile capire cosa abbia fatto scaturire l’incendio.

Ci sono però due elementi da prendere in considerazione: le fluttuazioni di corrente e i materiali con cui vengono costruite le case.

Fluttuazioni di corrente a Siargao

Siargao è famosa (come credo succeda anche in altre isole filippine) per le fluttuazioni di corrente. Li chiamano “brownout“: la corrente va e viene, aumenta o diminuisce di intensità per pochi secondi, qualche minuto, un’ora.
Queste fluttuazioni spesso provocano piccole scintille nelle prese elettriche. Nella maggior parte delle volte non succede nulla, ma molto probabilmente, nel nostro caso, la scintilla ha dato vita a una fiamma ed è successivamente divampato l’incendio.

Le case a Siargao

Quanto a norma sono gli impianti elettrici delle case di Siargao?
Come sono fatti?
Le case hanno tutti i permessi necessari?

Non lo so, non lo sappiamo. Anzi, forse lo sappiamo. Quanti di voi sono stati in Asia? Quanti di voi hanno visto cavi elettrici sparsi in ogni angolo della città, montati sui pali come se fossero luci di Natale?
Quante volte avete visto cavi elettrici appesi alle pareti della case senza alcun rigore logico?

Come era fatto l’impianto elettrico della mia casa? Non lo so, non sono un elettricista. Non c’erano cavi appesi, la casetta era nuova e in buono stato. Eppure, probabilmente c’era qualcosa che non andava.

E poi i materiali. Qui la maggior parte delle case sono fatte di materiali leggeri quali legno, alluminio, cartongesso e “nipa“. Il nipa è fatto di foglie di palma secche che vengono unite (in gran quantità) per proteggere i tetti dal calore del sole. Quando il tetto non è in cemento ma di materiale più leggero, si utilizza il nipa per proteggere la casa dal calore.

Tutti materiali molto leggeri che, in caso di incendio, prendono fuoco molto velocemente.
Ed è ciò che probabilmente è successo alla mia casetta che con tetto in nipa e parti in alluminio, si è incendiata in un attimo.
Sarà stata una presa elettrica a far partire il tutto? Forse si, forse no… non lo sapremo mai.

Ciò di cui sono certa è che in pochi minuti della mia casa non è rimasto nulla.
E che la prossima casa, la voglio tutta in cemento.

Gli aiuti ricevuti

Sono state settimane difficili, fisicamente e psicologicamente, ma sono estremamente grata per gli aiuti ricevuti.
Fin da subito i nostri amici ci hanno regalato vestiti, accessori per il bagno, cibo, un posto dove dormire la prima notte e una casa in cui stare fino a quando non fossimo stati in grado di trovarne una nuova (che abbiamo trovato).

Per noi hanno anche creato un progetto di GoFundMe per ricevere donazioni, sostenerci economicamente e avere la possibilità di ricomprare ciò che abbiamo perso nell’incendio.

Sono stati in tanti, siete stati in tanti ad aiutarci e vorrei ringraziarvi uno ad uno!!
Nei tanti momenti di sconforto, tristezza e rabbia, sapere di avere tanto sostegno dalle persone vicine e lontane, ci ha aiutato tantissimo!!

I documenti. Cosa fare quando li perdi tutti?

Voglio raccontare e descrivere la trafila che ho dovuto seguire dopo la notte dell’incendio, in modo tale da poter essere di aiuto a chiunque perda i documenti (ovviamente non auguro a nessuno che ciò avvenga in un incendio, ma nel caso in cui, per qualche motivo, si perda il passaporto).

1° tappa – Vigili del Fuoco

Fare la dichiarazione presso i Vigili del fuoco: nel nostro caso, è stata il primo step. Siamo dovuti andare alla stazione dei vigili del fuoco per dichiarare quanto accaduto e mi hanno preparato un attestato che dimostra che tutti i miei documenti sono andati persi nell’incendio.

2° tappa – Public Attorney’s Office

La seconda tappa è stato l’Ufficio Notarile nella cittadina di Dapa dove si fa richiesta per l'”affidavit“. In poche parole, l'”affidavit” è un altro foglio, firmato da un avvocato che certifica che i tuoi documenti sono andati persi. Serve per poter fare la richiesta del passaporto in ambasciata.

3° tappa – Polizia

Nel nostro caso il passaporto non è stato perso o rubato, però ci è stato consigliato di fare anche la denuncia presso la stazione di Polizia.

4° tappa – appuntamento presso l’Ambasciata italiana

Una volta ottenute tutte le dichiarazioni e denunce relative ai documenti persi, per rifare il passaporto, è necessario prendere appuntamento presso l’ambasciata italiana a Manila.
L’ambasciata può emettere due tipi di passaporto:

  • l’ETD ovvero l'”Emergency passport“: da richiedere qualora tu abbia un volo di rientro nel giro di pochissimi giorni. Se sei in viaggio e hai perso il passaporto, ma devi ripartire nel giro di breve tempo, l’ambasciata emette l’ETD (una volta rientrato in Italia dovrai però fare richiesta per ottenere il tuo passaporto nuovo, emesso dalla Questura della tua città).
  • il passaporto regolare: se non hai fretta di uscire dal Paese (come nel mio caso), viene avviata la procedura per ottenere il passaporto regolare, uno completamente nuovo e pronto all’uso. Nel mio caso, l’Ambasciata ha richiesto il nulla osta alla Questura di Ravenna e al Consolato Italiano di Barcellona (in quanto residente a Barcellona). Una volta pronto dovrà tornare a Manila per ritirarlo.

5° tappa – Immigrazione

Nel mio caso, vivendo a Siargao da quasi un anno, devo recuperare tutte le copie dei visti fatti nel corso di questi mesi. Una volta ottenuto il passaporto nuovo, dovrò recarmi presso gli uffici centrali di Immigration a Intramuros, Manila.

E con il lavoro?

Una domanda che tanti amici mi hanno fatto. Perché si, lavorando on line, il mio Mac è il mio unico strumento di lavoro. Ed è andato bruciato insieme a tutto il resto. Ho avuto la fortuna di ricevere in prestito un computer da un amico mentre aspettavo di ricevere il mio nuovo laptop ordinato on line.

I clienti per cui lavoro sono stati fantastici e davvero comprensivi quando ho loro spiegato che per un po’ di giorni o forse due settimane, avrei fatto fatica a lavorare. Ho da pochi giorni ricevuto il computer nuovo e piano piano sto riprendendo il mio lavoro quotidiano.

Cosa ho imparato da questa esperienza?

Che tutto può cambiare in un attimo, quando meno te lo aspetti.

Che gli oggetti materiali non hanno alcuna rilevanza. Quante volte, all’idea di perdere qualcosa, ci viene il panico? Poi perdi veramente tutto, ed è lì che ti rendi davvero conto di quanto gli oggetti materiali non abbiano alcuna importanza. Fa paura l’idea di perdere tutto ciò che era tuo, ma l’importante è non avere neanche un graffio, neanche una ferita. Stai bene e non ti è successo nulla. Tutto il resto sono puramente oggetti.

Certo, alcune cose avevano valore affettivo, ma rimangono nel cuore comunque.
Il gattino? La parte più dolorosa. L’avevamo salvato dalla strada, ha avuto una vita breve ma con noi è stato felice, ne sono certa. E voglio ricordarlo così.

..e che ci sono tantissime persone disposte ad aiutare, a prescindere dal legame che vi unisce. Ed è meraviglioso!

Nei primi giorni mi domandavo quanto tempo sarebbe stato necessario per riprendermi da questa esperienza, ho vissuto un mix di emozioni difficili da gestire tutte assieme, tra rabbia, tristezza frustrazione, paura, ma credo di essere più forte di quanto immagino.
E ringrazio infinitamente tutti coloro che mi sono stati vicino.

Ed ora, si ricomincia, perché Siargao è meravigliosa e voglio tornare a vederla per quel paradiso che è!

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