“Un sufficiente spirito di adattamento verrà ricompensato con luoghi meravigliosi ed esperienze indimenticabili”


Agnese

Mi chiamo Agnese, ho 28 anni e mi ritengo, tutto sommato, una persona molto normale!
Una come tutti: con i propri sogni, le proprie paure, le proprie inclinazioni. Ecco, le mie inclinazioni mi sono per fortuna ben chiare: le lingue straniere, la scrittura, la comunicazione…e, ovviamente, il viaggio, protagonista indiscusso del mio adorato blog I’ll B right back.
Sono una persona molto curiosa, sempre entusiasta e spesso incontentabile, con una gran voglia di riscattare il mio passato da timida cronica, e di scoprire il mondo che ho intorno con un obiettivo finale per me molto importante: conoscere l’Altro per imparare a conoscere me stessa.

Castle Hill, Nuova Zelanda

Agnese a Castle Hill

Nella mia vita: mi sono trasferita dalla Toscana a Milano per laurearmi in Triennale e Magistrale, sono diventata interprete e traduttrice, poi mi sono trasferita per un anno in Australia, ho imparato a fare la web content writer e ho acquisito l’abilitazione all’insegnamento dell’inglese.
Tornata in Italia, non sono riuscita a trovare un mio posto perché mi era sembrato di vivere a una velocità diversa da quella “di casa”…e quindi, questa volta con un compagno di viaggi speciale, sono partita alla volta della Nuova Zelanda.
Adesso lavoro come traduttrice e web writer da remoto, e mi sposto come una pallina del flipper tra i tre luoghi italiani che chiamo casa: la Toscana, Milano ed il Trentino.

Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia e raggiungere la Nuova Zelanda?

Tornata dal mio viaggio di un anno in Australia in solitaria, che era sempre stato il mio sogno (da quando avevo 7 anni per la precisione!), l’Italia, la mia casa, la società in cui vivevo mi sembravano ferme a un punto che io avevo superato da un pezzo, correndo a mille all’ora verso la mia vita australiana.

Posso aver magari peccato di presunzione, chi lo sa…è che, nei 15 mesi successivi al mio ritorno, ho vissuto come un limbo, facendo lavori e vivendo una vita che non mi soddisfacevano né mi appartenevano per niente. C’era qualcosa in me che non andava più bene, e lo ammetto: la Nuova Zelanda è stato un modo per sfuggire a questa situazione in cui non riuscivo più a trovarmi.
Alla fine la Nuova Zelanda mi ha un po’ salvato: ho vissuto esperienze indimenticabili e ora, tornata in Italia da neanche quattro mesi, le cose vanno molto meglio.

Lake Tekapo, Nuova Zelanda

Con il van OJ a Lake Tekapo

5 mesi in van lungo la Nuova Zelanda. Come mai questa scelta?

Sai che non mi sono mai posta questa domanda? Per noi, la scelta di viaggiare per tutta la Nuova Zelanda a bordo di un furgoncino è stata naturale, ovvia: non ci siamo neanche posti il dubbio.
In Australia e Nuova Zelanda è una tipologia di viaggio normale e molto apprezzata, per cui non c’è stato niente di strano! E poi, certo: l’idea di vivere in un van, con tutte le libertà che ciò comportava, mi attirava enormemente! Avevo già viaggiato vivendo in macchina per un mesetto in Australia, ma un furgoncino, e 5 mesi…tutta un’altra cosa!

Qual è il luogo che hai amato di più durante questo viaggio?

Non so davvero rispondere, e chiunque sia stato in un posto incredibile come la Nuova Zelanda mi darebbe ragione. Della Nuova Zelanda ho amato la natura: dei paesaggi che non so se vedrò mai più nella mia vita, dei colori, delle forme, delle vibrazioni uniche.
In certi luoghi neozelandesi ci si sente improvvisamente in perfetta comunione con la natura e l’aria che si respira sembra la più pura al mondo. Tanto per citarne una tra le immagini che mi vengono subito in mente, ti parlo di French Pass e della zona di Malborough Sound, a nord-est dell’Isola Sud: un patchwork di terra e mare che si fondono alla perfezione!

French Pass Nuova Zelanda

French Pass – Nuova Zelanda

La difficoltà più grande da affrontare?

Sicuramente le difficoltà che abbiamo incontrato sono state tutte legate al nostro – seppur amatissimo – mezzo di trasporto e casa. Il nostro furgoncino OJ era dell’89 (eravamo coetanei!) e alcune volte ci ha lasciato a piedi nei posti più impensabili. Ma soprattutto abbiamo viaggiato in una stagione fredda, per cui doversi spogliare e vestire e, in generale, dover fare qualsiasi cosa all’esterno (nel van non c’era posto per stare in piedi da nessuna parte) sotto la pioggia o il vento…ecco, questo ci ha messo spesso a dura prova.
Ah, e anche usare esclusivamente bagni pubblici per 140 giorni non è stato proprio il massimo

Per coloro che vogliono fare un viaggio “on the road” in Nuova Zelanda, che consiglio daresti?

Uno solo: o sei straricco, o ti adatti. Viaggiare in Nuova Zelanda richiede una spesa economica davvero considerevole, per cui è necessario trovare modi per risparmiare. Magari vivere in un van, in tenda, nei campeggi o negli ostelli…e poi a parte questo, ci si mette anche la Nuova Zelanda stessa: il vento, il freddo, le lunghe distanze, le strade con limiti massimi di 100km/h, le città quasi inesistenti…

Insomma, per un viaggio on the road in Nuova Zelanda la parole chiave, secondo me, è una sola: adattarsi. C’è da dire che un sufficiente spirito di adattamento verrà ricompensato con luoghi meravigliosi ed esperienze indimenticabili…per me, vale la pena!

Il Monte Fato Nuova Zelanda

Per gli amanti de Il Signore degli Anelli – Il Monte Fato

The Dream List: tre città che desideri visitare o dove andresti a vivere (almeno per un periodo)

Ho sempre pensato che un giorno andrò a vivere, anche solo per qualche mese, a Lubiana, perché mi è sembrata una città davvero a misura d’uomo (anzi, a misura di me): raccolta, col centro interamente pedonale, piena di vita e di cose da fare e da vedere.
Un’altra città dove vorrei vivere per diciamo 4/6 mesi è lei, la classica: New York. Perché vorrei davvero sapere come ci si sente a vivere in una città così cosmopolita, scintillante, piena di contrasti e di culture come lei!

La città che invece ho visitato solo brevemente la bellezza di 12 anni fa e che vorrei tantissimo rivedere è Edimburgo; mi piacerebbe starci qualche settimana e godermela in ogni angolo: sento che farebbe davvero per me e che potrebbe darmi grandi soddisfazioni!

Tre parole per descrivere perché dobbiamo viaggiare

Credo che ognuno abbia le proprie motivazioni per viaggiare e per non farlo. Io so solo che viaggio perché, per tutta una serie di motivi, i miei studi, la mia infanzia da timida, i miei trasferimenti in diversi luoghi d’Italia, i miei lavori all’estero, il mio carattere e il fatto che preferisco di gran lunga fare una gita fuori porta di 2 ore che guardare una serie TV, ho capito che viaggiare è la mia strada, molto semplicemente.

In tre parole, il viaggio lo descriverei come curiosità, spensieratezza e fiducia. Curiosità verso la Terra intera e tutte le sue sfumature; spensieratezza per vivere ogni singola esperienza col cuore leggero e la mente aperta; fiducia per credere che tutte le persone possano regalarci del buono, per credere che un mondo giusto e bello sia possibile.

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