SANDRA – Bray, Irlanda
La mia più grande fortuna è stata quella di avere dei genitori molto “moderni” per la loro generazione, che mi hanno svezzata a pane e km fin da piccolissima. Sono diventata cintura nera di valigia (ora zaino), salto sugli aerei senza inciampare e l’ebbrezza che provo quando le ruote si staccano dalla pista è quasi commovente.
Amo tantissimo scoprire posti nuovi, assaggiare cibi locali e godermi la mia destinazione con calma, a piedi, magari fermandomi a guardare la vita che scorre.
Nella vita mi sono sempre dedicata ai numeri, quelli dei bilanci e dei soldi degli altri, ma da un anno e mezzo l’azienda per cui lavoravo è stata messa in liquidazione, quindi ho deciso, all’età di 40 anni di rimettermi in gioco.
Mi sono data un anno (ma ormai siamo oltre) per intraprendere un “rinnovo professionale”, mi sono dedicata allo studio del Digital Marketing e del Content Web (copywriter), applicando le mie nuove conoscenze al blog, ma prima di tutto questo sono partita per sistemare il mio inglese un po’ arrugginito.
Ora? Ora sono ancora qui in Italia, ma spero di poter ripartire quanto prima…
Altre due curiosità su di me? Cucio trapunte e colleziono ricettari!
Qual’è stato il viaggio ( con la V maiuscola) che ha dato il via a questa tua grande voglia di viaggiare?
Il viaggio da cui è partito tutto è stata Londra, per il mio 5° compleanno. Un regalo dei miei genitori, una cosa grandissima per me. Ricordo che ho preparato la borsetta, vestito il mio Cicciobello e via, pronta per questa grande avventura.
In età adulta il viaggio che mi ha dato una spinta in più è stato sicuramente quello verso gli Stati Uniti, il mio primo volo intercontinentale. Sono partita da Milano direzione Los Angeles per una delle esperienze più belle e incredibili della mia vita: vivere per alcuni mesi come una studentesse americana alla UCLA.
E’ stato come essere in uno dei quei film anni 80, incredibile!
Non avrei mai immaginato che andare dall’altra parte del mondo fosse così facile, mi sono resa conto che volevo vederlo questo Mondo, una consapevolezza forte che mi ha spinto a non fermarmi mai.
Tra i paesi visitati fino ad ora, quale hai più nel cuore?
Il Nepal senza ombra di dubbio. Ci sono stata pochissimi giorni, ma mi sono ripromessa di tornare appena le mie ginocchia saranno in forma, perché vorrei camminare un po’, esplorare i villaggi sulle montagne.
Era una meta che avevo in testa da tanto tempo, poi complice un viaggio in India non previsto (dovevo andare in Canada), sono volata in Nepal ed è stato amore a prima vista, nonostante il caldo, l’umidità e il fango!
Per un periodo hai vissuto in Irlanda. Come mai questa scelta?
Ho deciso di andare in Irlanda per sistemare il mio inglese, l’Inghilterra era troppo cara per le mie finanze, quindi ho optato per questo paese che avevo già visto più volte. Il caso mi ha dato una mano, perché grazie al nipote di una mia compagna delle elementari ho trovato una famiglia splendida che mi ha ospitato.
Scegliere di partire per studiare è stato facile, perché in passato l’avevo già fatto, ma ero una ragazzina, da adulta è stato molto diverso, molto più intenso se devo essere sincera!
Com’è vivere in un piccolo paesino irlandese?
Meraviglioso!! Io in Italia vivo a 30 km da Milano, sono abituata ai piccoli paesi, quindi è stato facile adattarsi. Camminavo tantissimo perché vivevo un po’ fuori ed i bus sono un disastro come da noi, mi mancava la mia macchina, ma per il resto niente da recriminare!
La vita a Bray era molto cadenzata: mattina scuola, pomeriggio compiti da Starbucks o nella biblioteca comunale, dai 3 ai 4 km per tornare a casa, cena in famiglia con tantissime chiacchiere, compiti e poi dormire! Nel weekend andavo a Dublino con gli amici del corso e via così.
Ora che sono in Italia da un po’, non vedo l’ora di tornare, qui purtroppo il lavoro scarseggia e vorrei provare a fare un’esperienza lavorava là, fosse anche solo per un periodo. Non sono ancora ripartita perché ho avuto dei problemi familiari, ma sto facendo le valutazioni del caso… spero che febbraio possa essere il giusto mese per andare.
Collabori come tour leader per Vagabondo.net. Di cosa si tratta?
Da due anni sono una Vagabonda Doc (coordinatore) di Vagabondo appunto. Lo sono diventata un po’ per caso e questa cosa mi ha reso felicissima anche perché è arrivata in questo momento di grandi stravolgimenti e pochi soldi!
Essere Vagabonda Doc significa poter vedere il mondo in compagnia di altre persone e trasmettere loro la tua passione, tagliando su misura i programmi del tour operator. Mi occupo di studiare il programma, farlo mio, aggiungere curiosità e far si che il gruppo si appassioni a sua volta.
Ho fatto solo due viaggi per ora, ma sono stati bellissimi, intensi, stancanti ma che soddisfazione vedere i partecipanti contenti e increduli!
Ora sto preparando il 3° viaggio, volerò in Giappone per Capodanno, è un itinerario molto impegnativo e il gruppo per ora è di soli uomini, vedremo come andrà a finire.
La tua “destinazione sogno” ancora nel cassetto?
La mia destinazione da sogno? In questo momento ti direi Dublino, ma sarebbe troppo scontato… la mia destinazione da sogno è l’Uzbekistan e tutti quei paesi che si trovano lungo la via della seta nel mezzo del nulla assoluto.
Ho provato a far partire un gruppo, ma non è stato capito il viaggio, chissà, magari in futuro ci riproverò.
Perché questa destinazione? Perché mi affascinano molto questi luoghi epici, sospesi tra l’oriente e l’occidente, che rubano ad entrambi qualcosa ma non tutto, insomma una terra di mezzo fatta di cupole dorate e terra rossa.
Per chi vuole fare un’esperienza all’estero, ma non ha ancora avuto il coraggio di fare il salto, che consiglio daresti?
Quello che mi sto ripetendo da giorni: “Vai!! Fai la valigia e parti, non farti domande, non cercare risposte, ma vai”. Io partirei domani, ma prima devo trovare la serenità per lasciare qui la mia famiglia che in questo momento ha delle questioni di salute da sistemare.
Vivere all’estero è impegnativo, stancante e richiede tanta pazienza, ma è un’esperienza che ti apre la mente, che ti fa cambiare gli orizzonti, ti fa perdere i punti di riferimento, ma allo stesso tempo ti rende migliore, ti fa apprezzare il poco che sta in valigia, le persone che incontri sul tuo cammino diventano fondamentali, le distanze si accorciano…
Ci vuole coraggio? secondo me no, ci vuole incoscienza!
Perché credi sia importante viaggiare?
Come ho detto poi più sopra, viaggiare è importante per abbattere i confini personali e non, per capire cosa ci circonda, per essere persone migliori.
Viaggiare è crescita personale, è conoscere e farsi conoscere, è mettersi in gioco andando oltre il proprio piccolo quotidiano.
Viviamo in un mondo che sta andando in rovina, ma che ha ancora molto da dare, ma ha bisogno di chi sappia accoglierlo e capirlo.
Un’ultima considerazione, che io amo definire “Sentirsi a casa nel mondo”. Dove ti sei sentita a casa?
Sentirsi a casa ovunque nel mondo. Quella piacevole e confortante sensazione di sentirsi a casa propria anche se sei dall’altra parte del pianeta.
Mi sono sentita a casa il primo giorno che ho messo piede lungo la passeggiata di Bray, non avevo ancora deciso se era il posto dove avrei studiato, ma ho avvertito un brivido e ho capito che quel posto era casa lontano da casa.
La mia famiglia irlandese è stata incredibile, nel momento più buio della mia vita mi ha aiutato, supportato e accolto come una figlia e ancora oggi mi aspettano! Il mio desiderio più grande sarebbe fargli conoscere i miei genitori, credo che nonostante l’inglese andrebbero d’accordo!