Un viaggio attraverso la Namibia raccontata dalla mia carissima amica hostess e viaggiatrice Michela, che ha trascorso un mesetto nella sua amata Africa…ed io, ospito qua, il suo racconto! 😉
Tra terreni rossi e paesaggi aridi…
Non era la prima volta che visitavo l’Africa, ero già stata in Sudafrica, Kenya e Mozambico, ma la Namibia non l’avevo mai visitata.
Sono partita in novembre ed il mio viaggio verso la Namibia ha inizio su un Boeing-737 South della African Airways. Le hostess nella loro divisa blu elettrico mi accolgono sorridenti; prendo posto vicino al finestrino e inizio a godermi il panorama. E’ durante l’avvicinamento a Windhoek che mi rendo conto del posto che mi aspetta: chilometri e chilometri di terreno rosso e arido puntellato di alberelli verdi.
Dopo aver trovato il mio tassista, un certo Dean Martin che si fa chiamare Dino Martino, concordo un giro per la città nel pomeriggio.
Windhoek è un’anomala città africana, questa è stata la mia prima impressione: non ci sono donne con cesti colmi di mango sulla testa e non ci sono bambini di strada che cercano di venderti strani dolcetti fritti in chissà quale olio. A Windhoek c’è ordine e pulizia.
Chiedo spiegazioni a Dean e mi racconta che la Namibia è stata per anni una colonia tedesca. Tutt’oggi è un luogo molto appetibile per via dei suoi diamanti ed per questo che si vedono così tanti occidentali in giro. Mi racconta anche che lo Stato ha ottenuto l’indipendenza solo nel 1990 e che fu un giorno di grande festa per tutta la nazione!
Dopo avere visto la città da una delle tante colline (che ricordano un po’ quelle di Los Angeles) ci fermiamo a visitare Christuskirke, una vera e propria chiesa costruita agli inizi del ‘900 in stile neo-romanico con vetrate colorate e marmo italiano.
Passiamo davanti al Parlamento, un edifico imponente con di fronte un giardino tropicale molto curato, pieno di persone che fanno il pic-nic con tanto di coperte e cupcakes. Facciamo una pausa al castello di Heinitzburg, attualmente diventato un hotel a 4 stelle, e poi ultima tappa al sobborgo Katutura ovvero “il posto dove nessuno vuole vivere”.
Qui sono onnipresenti baracche in lamiera, macellerie a cielo aperto, donne per strada che si fanno i capelli e bancarelle con enormi cesti di piccoli pesci e vermi essiccati: eccola qui, la vera Africa!
Noto la cordialità delle persone del posto anche se mi accorgo che non prestano molta attenzione ai turisti, probabilmente ne vedono fin troppi! Finisco la giornata in bellezza offrendo una cena a Dean da Joe’s, un singolare locale che ti porta indietro nel tempo all’epoca dei coloni. Davanti a due birre ed a un piatto di “Game meat” (selvaggina tra cui zebra e coccodrillo) chiacchieriamo di Apartheid e degli anni di Mandela.
Costo della cena: 15€. Ricordati che i Rand (moneta locale) sono accettati ovunque, ma gli euro e i dollari un po’ meno.
Devi sapere che in Africa l’essere vegetariani o vegani non è contemplato. Il clima arido permette a pochissime piante di crescere e la maggior parte delle persone non possono permettersi cibi d’importazione.
Etosha National Park
Il mio viaggio attraverso la Namibia prosegue: mi passano a prendere alla Sunshine Guesthouse (dove alloggiavo) e si parte verso l’Etosha National Park .
Etosha significa “The Great White Place”, nome dovuto alla presenza del Pan (letteralmente padella), una distesa di sale bianca e aridissima, che regala meravigliosi riflessi quando è ricoperta da un sottile strato di acqua.
Ci racconta la guida William che il parco fu istituito ai primi del ‘900 e le persone del luogo, chiamati “bushmen”, vennero ingiustamente cacciati dalle loro terre e gli vennero assegnati terreni limitrofi da poter coltivare. Risultato: molti di loro sono caduti nell’alcolismo.
Dopo la visita all’Etosha Nation Park, mi aspettano 3 giorni di camping / safari e sono super emozionata! A breve racconterò anche la mia avventura tra le dune! 😉
Intanto ecco qualche informazione utile..
INFORMAZIONI UTILI
- COMPAGNIE AEREE. Partenze da Milano con la AirNamibia per Windhoek con scalo a Francoforte oppure con la South African Airlines sempre per Windhoek ma con scalo a Monaco e Johannesburg
- ALLOGGIO. Trovare un alloggio a Windhoek é molto semplice per via delle numerose ed etniche guesthouse: sono tutte molto graziose e in stile kitch-africano ovvero tetti di paglia ma arredamenti obiettivamente un po’ assurdi, però carine! La maggior parte sono dotate di piscina e la colazione è ottima! I prezzi viaggiano sui 40/50 euro a camera colazione inclusa.
Io ho alloggiato presso il Sunshine, Butterfly e Rivendell Guesthouse. C’é anche un ostello interessante dove però é difficile trovare posto, si chiama il Chamaleon Hostel.
Raccomando a tutti coloro che vogliono visitare questo paese di fare attenzione la sera, di muoversi solo in taxi, perché ho sentito racconti poco piacevoli da parte di altri turisti.Ho cercato di imprimere ogni immagine nella mia mente per poterla descrivere al meglio, ma per certi luoghi nessuna foto e nessun racconto saranno mai abbastanza per trasmette la loro bellezza.
Ti invito a visitare la Namibia, prima o poi, nella tua vita! Un viaggio da inserire nella lista! 😉