Valigia pronta e biglietto aereo tra le mani…
Gli aeroporti sono luoghi che mi emozionano sempre tantissimo. Enormi spazi che migliaia di persone attraversano ogni giorno, con un biglietto aereo tra le mani che li porterà lontano, alla scoperta di un mondo nuovo o a casa, tra le braccia di chi ci vuole bene.
Amo gli aeroporti, ovvio. Amo viaggiare.
Amo ogni singolo momento, da quando inizia la frenetica ricerca di un volo a quando atterro nella città/destinazione scelta.
Non c’è niente che mi rilassi più di un decollo ed una delle cose che più adoro fare è osservare le nuvole, ma soprattutto osservare il mondo dall’alto. Per questo, appena stampo la mia carta di imbarco, controllo subito che posto a sedere mi sia stato assegnato e sorrido appena mi rendo conto che sarò lato finestrino. Non c’è niente di più bello.
So che dovrò far svegliare il vicino che russa per andare a fare pipí e che non avrò la comodità di stendere le gambe come spesso faccio quando sono lato corridoio, ma non importa. Io voglio vedere il cielo.
E sai perché amo tanto volare sopra le nuvole? Perché oltre le nuvole c’è sempre il sole…
Io non ho mai avuto paura di prendere un aereo, l’idea di volare mi ha sempre regalato una serenità infinita. Non si tratta solo di viaggiare fisicamente, è la mente che viaggia.
Si dice sempre che “quando si parte, si parte prima”.
“I viaggi cominciano molto prima degli autobus, degli aerei, degli elicotteri, delle navi, dei piedi. I viaggi cominciano dentro la testa. È lì che ci si deve spostare, altrimenti, niente si muove.” Cit.
Ed è proprio così, il mio viaggio inizia molto prima di prendere un aereo, potrei quasi dire che viaggio sempre. Poi quando arrivo in aeroporto, l’emozione si fa fortissima, il sorriso si stampa sul viso, prendo il mio passaporto ed il mio biglietto tra le mani e la mia mente è già arrivata a destinazione.
C’è solo una cosa che “rompe”, anche se per pochissimi minuti, la mia serenità: l’ansia di arrivare in ritardo al gate. Cosa alquanto impossibile, se non per cause di forza maggiore, perché io di aerei ne ho presi già tanti e conosco benissimo tutte le regole e le tempistiche da seguire, ma ogni volta è sempre la stessa storia.
Devo calcolare esattamente il tempo necessario per raggiungere l’aeroporto, l’orario preciso in cui mi devo svegliare la mattina (nel caso in cui abbia il volo presto), la durata del tragitto del bus che mi porta al Terminal (come se non lo conoscessi a memoria), il tempo che posso avere a disposizione per rilassarmi prima di imbarcarmi (una volta fatto il controllo bagagli).
Io però la definisco un’ansia bella, faccio comunque tutto con il sorriso.
Gli aeroporti
Gli aeroporti sono dei microcosmi. Ti sei mai fermato ad osservare le persone che incroci tra le grandi sale ed i lunghi corridoi degli aeroporti? Migliaia di persone ogni giorno.
Ti sei mai chiesto dove vanno? O da dove stanno tornando? O per chi stanno tornando?
Io lo faccio ogni volta, mi piace osservare gli sguardi delle persone. Ci sono così tante emozioni e situazioni unite tutte assieme sotto lo stesso grande tetto: incontri, abbracci, baci, addii, aspettative, lacrime e sorrisi.
Gioia e tristezza, entusiasmo e nostalgia, inquietudine e allegria. Tutto insieme.
C’è chi va e chi viene, chi parte e chi resta, chi viaggia per andare a trovare qualcuno o chi parte per non tornare. C’è chi si dice addio per sempre e chi solo un arrivederci, chi sta per riabbracciare qualcuno dopo tanto tempo. Chi si mette in viaggio con tante aspettative e chi torna cambiato.
E tutti quelli che aspettano agli arrivi? Li hai mai guardati i loro visi quando, una volta presa la tua valigia sul rullo nell’area degli arrivi, si aprono le porte e di fronte a te ci sono, appoggiati alle transenne, tutti quelli che aspettano? Quanta emozione si respira?
Penso spesso a questi momenti, agli abbracci e ai baci che do ai miei genitori quando torno a casa, agli occhi lucidi che la felicità ti da e alle lacrime quando invece ci si deve salutare, ancora una volta.
Ricordo gli abbracci che ho dato nei miei mesi di viaggio, a quegli addii dati a persone che non sapevo se avrei mai potuto incontrare di nuovo, alle risate condivise con gli amici conosciuti in giro per il mondo che all’improvviso, rivedi.
Sono loro, gli aerei, a farci viaggiare lontano e a permetterci di continuare a vivere queste emozioni e connessioni così forte e belle. Io non potrei mai stare senza, anzi. A me l’ansia viene se sto troppi mesi senza un biglietto aereo tra le mani.
I riti da aeroporto
Ci sono cose che fai sempre ogni volta che prendi un aereo? Piccole abitudini che caratterizzano i tuoi preparativi di viaggio o oggetti di cui non puoi fare a meno?
– Io non posso partire senza il mio porta passaporto. E’ bellissimo, decorato con tanti piccole macchinette fotografiche, ma soprattutto è un regalo ricevuto da due amiche per me fondamentali. E come lo sono loro, lo è anche il porta passaporto che mi hanno regalato. Non parto senza e non lo abbandono da nessuna parte.
– Il caffè in aeroporto. Sempre, quando parto. Quando arrivo al terminal, prima faccio tutto quello che devo fare: lasciare la valigia al banco checkin (se ho quella grande), passo per i controlli del bagaglio a mano, guardo a quale gate devo andare ed una volta fatto tutto questo, mi rilasso e vado al bar a prendermi il mio caffè di rito (tanto in volo dormo tranquillamente lo stesso).
– La musica. Il mio Ipod deve essere rigorosamente carico per poter ascoltare la musica in volo. Un viaggio in aereo senza musica, non è assolutamente accettabile.
– Foto dal finestrino. La devo fare, sempre. Posso fotografare l’ala, la pista, l’aereo parcheggiato a fianco, le scalette prima di salire. E’ molto probabile che la foto di lì a qualche giorno venga cancellata perché mi rendo conto che è uguale a tutte le altre, ma sul momento, prima di decollare, la devo fare.
– Il caffè in aeroporto, a destinazione. Quando atterro, prima di uscire dall’aeroporto, mi piace fare un giro nella zona arrivi. Mi piace curiosare tra i bar ed i ristoranti per vedere cosa offrono (sopratutto se viaggio fuori Europa) e siccome devo informarmi con calma su come raggiungere il centro città, mi siedo da qualche parte, cerco la migliore wifi e mi prendo un caffè (o una qualche bevanda tipica del luogo…una volta in Vietnam mi sono presa un “bubble tea”).
I tipi da aeroporto
Quante tipologie di persone si possono incontrare dentro le grandi sale degli aeroporti? E’ per questo che adoro starci dentro, perché c’è letteralmente il mondo intero. Persone provenienti da ogni parte del mondo, ognuna con il suo stile e modo di fare.
Gli italiani si riconoscono subito ed ovunque, perché sono sempre quelli che fanno più casino, soprattutto se si tratta di gruppi di giovani alla loro prima vacanza o famiglie intere con figli che da un anno aspettano le loro meritate ferie e stanno per fare il “viaggione”.
I cinesi non solo fanno confusione, ma sono anche un po’ sgarbati. Si muovono in continuazione, con mille valigie, discutono tra loro, mille borse piene di souvenir, cappellini in testa. Li riconosci quando stanno rientrando a casa dopo il loro viaggio in Europa.
I giapponesi sono sempre estremamente composti. Stanno in fila, le loro borse sono firmate. Anche loro si riconoscono quando tornano in Giappone dopo essere stati in Europa.
I giovani inglesi arrivano in aeroporto ancora ubriachi, dopo la loro vacanza trascorsa in totale libertà festeggiando come pazzi ogni santa sera in una qualche città europea o del mondo.
Ci sono quelli che arrivano con la tavola da surf sotto braccio, chi arriva direttamente in infradito pronto a mettere i piedi nella sabbia di qualche spiaggia esotica, c’è chi viaggia per lavoro e non è poi così entusiasta, chi ha la valigia che esplode e chi lo zaino in spalla.
Chi ha il sorriso stampato perché sta per partire e chi ha invece ha lo sguardo perso, perché non si è ancora reso conto (o non vuole accettare) di essere tornato.
Il mondo è bello perché è vario e dentro gli aeroporti è tutto estremamente concentrato. Ci sono tutti, ci siamo tutti tra quelle pareti.
Ognuno con i propri sogni e desideri. Non è affascinante tutto questo?
Curiosità
- L’aeroporto più bello visto fino ad ora? Quello di Singapore
- La situazione in aeroporto che mi ha messo più ansia? A Perth, in Australia, quando agli arrivi, ai controlli bagagli, il cane ha annusato e percepito qualcosa di strano nel mio zaino e la polizia mi ha detto di seguirla in uno dei loro uffici per un controllo più accurato. Ansia (ovviamente non avevo nessuna droga, sia chiaro).
- Le persone più antipatiche ai controlli passaporti? A Los Angeles. I controlli sono rigidi, ti fanno mille domande e ti scrutano dalla testa ai piedi (almeno per mia esperienza).
- L’aeroporto più grande visto fino ad ora? Kuala Lumpur (che io ricordi)
- La compagnia aerea più bella “testata” fino ad ora? La Emirates Airlines
Approvo. Le emozioni che un aeroporto è in grado di dare sono davvero uniche!
Esatto Alessia!!! 😉